Cosa significa precisamente il concetto di “garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo”? Il titolo dell’obiettivo n. 12 dei cosiddetti Sustainable Development Goals (gli obiettivi di sviluppo sostenibile lanciati dall’ONU nel 2015) auspicati per il 2030, suona come un impegno importante che vale la pena analizzare per bene.
L’economia circolare: cos’è
L’economia circolare si riferisce ad un modello di produzione e consumo che prevede principalmente il riutilizzo e il riciclo dei prodotti, per allungarne il ciclo di vita.
Mentre nel vecchio e tradizionale modello di economia lineare, i prodotti vengono smaltiti una volta per tutte dopo che il loro tempo è finito, con il modello di economia circolare si punta invece al recupero dei materiali già utilizzati, in modo da riciclare le risorse a disposizione.
In un mercato caratterizzato da un costante incremento della domanda di risorse e materie prime via via in diminuzione, l’economia circolare e i prodotti sostenibili diventano così la strategia migliore per ridurre l’impatto ambientale e adempire alle richieste.
Iniziative a livello europeo
L’economia circolare si sta affermando come risposta ai problemi ambientali, soprattutto grazie ai termini di riciclo e recupero delle risorse di cui si incarna.
L’Unione europea sta fortunatamente procedendo in questa direzione. Lo scorso anno (febbraio 2021) il Parlamento europeo ha votato per il nuovo piano d’azione per l’economia circolare, chiedendo misure aggiuntive per raggiungere più speditamente un’economia a zero emissioni di carbonio entro il 2050. Nella votazione sono stati inoltre inclusi obiettivi per il 2030 sull’utilizzo di materiali ecologici e norme più severe sul riciclo dei rifiuti.
Quali sono i vantaggi dell’economia circolare?
Un modello di economia circolare permette la riduzione delle risorse e dell’energia fossile da impiegare nelle attività, aiutando le imprese ad andare oltre la naturale scarsa reperibilità di determinati tipi di materiali. Inoltre, un modello circolare porta alla revisione delle fasi del ciclo di vita dei prodotti, allungando quest’ultima e riducendo le possibili conseguenze negative che coinvolgono l’ambiente.
I vantaggi dell’economia circolare possono dunque portare ad una maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse, con una conseguente riduzione dei costi e dell’impatto ambientale. Sul lungo periodo potrà quindi portare a grandissimi contenimenti delle spese, grazie all’acquisto di materie prime con una maggiore durata del ciclo di vita e costi di smaltimento ridotti.
Alcuni esempi di aziende “circolari”
Esistono aziende che ragionano in termini di “economia circolare” già da tempo, attraverso l’attuazione di determinate iniziative volte al riciclaggio dei rifiuti.
Per fare alcuni esempi, Barilla ha dato avvio al progetto “CartaCrusca”, per recuperare la crusca dalla macinazione di grano, orzo, segale e altri cereali che l’azienda produce nei suoi processi produttivi: lo scopo è di riutilizzarla come materia prima per la produzione della carta per le sue confezioni.
Un’ulteriore realtà nell’ambito dell’economia circolare è senza ombra di dubbio IKEA.
Come ben sappiamo, il legno rappresenta la materia prima della maggior parte dei prodotti del marchio svedese. Questo materiale viene processato in maniera particolare, per permettere di ridurre del 60% il consumo di legno e le conseguenze di disboscamento.
A fronte di questo impegno, il Brand è stato premiato ai Circular Economy Awards, dove ha dichiarato come obiettivo primario per il suo futuro quello di voler sostenere il modello di business circolare, dando valore al lavoro di persone e organizzazioni impegnate nella riduzione degli sprechi e nell’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse.
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